Misericordia e consolazione: epiteti di Dio
«Il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri» (Is 49,13). Dio non solo è misericordioso ed usa misericordia verso il suo popolo, ma è misericordia. Preceduto dal secondo canto del Servo di Jahwé, il capitolo 49 di Isaia canta la gioia del ritorno in Israele dopo il suo esilio quarantenne. Nella gioia si staglia il tema caro al profeta Osea ed allo stesso libro del Deuteronomio, la benevolenza di Dio, la sua eterna misericordia. Nella mentalità biblica la consolazione è una vera e propria esperienza di rapporto tra l’uomo e Dio che si evidenzia maggiormente nei momenti di difficoltà. Tutta la seconda parte del profeta Isaia viene definito il «Libro della Consolazione» perché manifesta l’atteggiamento che viene da Dio stesso di assicurare al suo popolo, insieme con l’appartenenza a Lui, la protezione, l’assistenza e la presenza che supera una dimensione propriamente psicologica. Secondo l’esperienza di Davide, riportata nei suoi salmi, la consolazione nella solitudine, nella miseria e nell’abbandono, si poggia e si avverte a partire dalla Parola di Dio. La misericordia indica un atteggiamento di Dio di benevolenza ampia e comprensiva della dimensione umana, la bontà del cuore da cui scaturiscono gentilezza e amore. L’uomo di oggi e la moderna società, nelle traversie della vita tra gli eventi dolorosi, hanno bisogno di grande consolazione e di profonda misericordia, realtà che si possono trovare solo in Dio. Anche le parole hanno il loro peso: un gesto gentile ed una parola consolatoria può aiutare a lenire il dolore, a far avvertire la partecipazione e contribuire ad entrare nell’alveo della misericordia di Dio che ama i poveri e li consola. P. Angelo Sardone