Il cuore più che l’apparenza
«Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi» (1Sam 16,13). Una volta ripudiato Saul a causa della sua infedeltà, Jahwé nell’intento di assicurare al popolo di Israele una continuità monarchica nella fedeltà a Lui, invia il profeta Samuele a Betlemme, nella casa di Iesse, alla ricerca del «consacrato». Gli passano dinanzi i sette figli del betlemita, ma su nessuno di essi cade la scelta. Il Signore stesso aveva dato al profeta una indicazione: non guardare alla corporatura, alla possanza fisica, perché al contrario degli uomini, io non guardo l’apparenza, ma il cuore. Finalmente, rilevato dai campi dove sta conducendo il gregge, giunge il più piccolo, Davide, fulvo di aspetto. Su di lui cade la scelta di Dio e Samuele lo consacra re di Israele versandogli in testa e sul corpo l’olio dell’unzione. Da allora lo Spirito prende possesso del giovane le cui imprese resteranno mirabili nella storia di tutti i tempi: sarà grande condottiero, poeta, musicista ed anche peccatore. Dalla sua stirpe verrà Gesù Cristo. Di lui si parlerà diffusamente in diversi libri del Vecchio e del nuovo Testamento e saranno frequenti i richiami teologici ed ecclesiali alla sua grande personalità. Le scelte umane spesso fanno riferimento alla grandezza ed all’esteriorità: vale tanto chi ha ed appare. Il criterio divino si muove in direzione contraria: Dio guarda al cuore e tante volte sceglie chi agli occhi degli uomini ha poco valore per manifestare in quella pochezza la sua grandezza. La celebrazione liturgica di S. Giuseppe è trasferita a domani. Oggi è la Festa del papà. Auguri a tutti coloro che sono tali: possano imparare da S. Giuseppe il «segreto della loro paternità, avendo egli vegliato sul Figlio dell’Uomo» (Benedetto XVI). Ai Giuseppe, Pino, Peppino, Giuseppina, Giusy, Pina, auguri vivissimi. P. Angelo Sardone