Amore invece dei sacrifici
«Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocàusti» (Os 6,6). Osea, come d’altronde tutti i profeti, richiama costantemente alla coerenza nei comportamenti e nelle scelte della propria vita, soprattutto nei rapporti con Dio. Il popolo di Israele da lui evocato è la parafrasi del popolo della Chiesa che in ogni tempo è chiamata a seguire il Signore con una vita in armonia all’alleanza. Tante volte, nel suo tempo, come tristemente annotato dal profeta, erano i sacerdoti, i notabili ed i re a condurre il popolo alla rovina con guerre fratricide, alleanze con popoli stranieri, palesando un effimero ritorno a Dio fatto di pratiche esteriori e di sacrifici propiziatori. La voce profetica di alza con vigore per combattere simili pratiche sottolineando invece il valore vero dell’amore di Dio e per Dio e la conoscenza di Lui. Ciò vale molto di più di tanti sacrifici ed offerte oblative. Osea arriverà finanche a dire che il sacrificio valido è l’autentica conversione. Essa nasce prima di tutto da una conoscenza progressiva di Dio che spinge a lasciare dietro le spalle una vita insignificante anche se piena di conquiste, successi, benessere ed ostentato ottimismo. Elemento basilare per realizzare un’autentica conversione è prima di tutto la conoscenza di Dio che proviene da un’esperienza di rapporto con Lui, con l’ascolto assiduo e sistematico della sua Parola e la partecipazione alla vita sacramentale. Oggi nel popolo di Dio c’è un grande bisogno di conoscenza e la ricerca di validi trasmettitori ed annunziatori della Parola a differenza di loquaci strilloni di verità effimere ed allettanti che durano l’arco di una giornata e si appassiscono in sé ed in chi miseramente li cerca e li acclama. P. Angelo Sardone