La preghiera del profeta Daniele
«Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto» (Dn 3,41). Il cammino della Quaresima è un itinerario di sequela di Cristo qualificato dalla straordinarietà del tempo “forte”. Un sostegno valido ed efficace è offerto ogni giorno dalla Parola di Dio che soprattutto nella Liturgia fa segnare il passo di una comprensione più profonda che si aggancia alla vita. Le esperienze coinvolgenti di liturgie penitenziali, i pii esercizi, le mortificazioni e le rinunzie, inquadrate nel trittico evangelico di digiuno, preghiera e carità verso i fratelli, evidenziano una presa di coscienza sempre maggiore delle proprie colpe ed una adesione sempre più viva, anche se certamente difficoltosa, agli insegnamenti divini. Il profeta Daniele, giovane ebreo condotto con altri alla corte di Nabucodonosor, ha il coraggio di denunziare con atteggiamenti pratici la disapprovazione per l’adorazione della statua d’oro. Nella sua preghiera accorata a Dio, nel corso del castigo commisurato con la condanna alla fornace ardente, esprime insieme con la fiducia nel risolutorio intervento divino, la volontà di seguire il Signore, il suo timore e la ricerca del suo volto. Può essere questo non solo l’icona di un’efficace preghiera quaresimale, ma anche e soprattutto il modello di una presa di coscienza ed una risoluzione finale a seguire davvero il Signore, mostrando verso di Lui il naturale e debito timore ed il vivo desiderio di cercare il suo volto. La liturgia diviene così pratica di vita, non si scosta, anzi stimola ad orienta la vita secondo gli insegnamenti di Dio che sono sempre antichi e nuovi e che ogni giorno suscitano nella mente e nel cuore interpellanze provocanti ed inquietanti insieme con il desiderio di seguirlo. P. Angelo Sardone