I santi sette fondatori
«Questo è l’inizio della loro opera, e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile» (Gen 11,6). Anche dopo l’alleanza con Dio, il nuovo popolo sorto a seguito della ripopolazione della terra postdiluviana, ha mire orgogliose ed egocentriche: non gli basta la terra, vuole raggiungere il cielo. Secondo l’immagine biblica lo fa con la costruzione di una città e di una torre che vuole sfidare i cieli e raggiungerli con la sua altezza vertiginosa. Dinanzi a questo progetto che allontana l’uomo dalla verità e dalla sua fragilità, Dio pur consapevole della capacità megalomane dell’uomo di realizzare la sua opera ardita, interviene seminando confusione, confondendo le lingue e disperdendo gli uomini sulla terra. La città prototipo di ardore umano con la pretesa di scalare il cielo viene denominata Babele, il cui significato è confusione e «porta del Dio». Al contrario, nella città di Firenze nel secolo XIII un gruppo di uomini si accorda per mettersi a servizio di Dio in penitenza e contemplazione nel nome della Vergine Maria. Sono tutti benestanti, vestono un saio nero e scelgono il monte Senario come luogo per la realizzazione del loro progetto. Sono i sette santi Fondatori dell’Ordine dei Servi di Maria: Bonfiglio Monaldi, Bonagiunta Manetti, Manetto dell’Antella, Amadio Amidei, Sostegno Sostegni, Uguccione Uguccioni, Alessio Falconieri. Le vocazioni si moltiplicano celermente. L’ultimo di loro muore a 110 anni di età. Riposano tutti in un’unica tomba, presso il Santuario del Monte Senario. La confusione determinata dall’orgoglio di essere come Dio e raggiungere le vette celesti, viene confutata dall’umiltà di calpestare la terra e vivere il servizio a Dio ed alla Vergine Maria. P. Angelo Sardone