Melania Calvat: creatura del mistero e mistero di creatura
Nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre 1904 in un quartino del Palazzo De Laurentiis dove viveva in incognito ad Altamura, moriva Melania Calvat, la veggente della Salette. La scoperta del decesso fu fatta a mezzogiorno del 15 quando il converso domenicano, domestico di mons. Carlo Giuseppe Cecchini, recatosi a portarle il pasto quotidiano, trovò l’uscio chiuso. Sfondata la porta, la donna fu trovata esanime per terra: la morte risaliva probabilmente a quasi dodici ore. Aveva 73 anni: era nata a Corps nel territorio di Grenoble in Francia il 7 novembre 1831 e si trovava ad Altamura dal 16 giugno 1904. Il 19 settembre 1846 mentre pascolava le vacche sulle montagne de La Salette insieme con Massimino Giraud, le apparve la Vergine Maria che recava sul petto i simboli della passione di Cristo, tenaglie, martello, chiodi. In un’unica apparizione si mostrò piangente, le dettò la Regola di un nuovo ordine religioso (Gli Apostoli degli ultimi tempi), e le affidò un segreto da rivelare al mondo dopo 12 anni, il 1858. Nel suo continuo esodo abbracciò la vita religiosa, assumendo il nome di Suor Maria della Croce che porterà per sempre. Soggiornò in Inghilterra, in Grecia, in Italia a Castellammare di Stabia e a Galatina. Dal 14 settembre 1897 al 2 ottobre 1898 fu anche a Messina nell’Istituto Antoniano Femminile delle Figlie del Divino Zelo, invitata ripetutamente da S. Annibale Maria Di Francia per riorganizzare e dirigere l’incipiente Comunità religiosa votata alla chiusura. Per dare una degna dimora alle sue ossa travagliate, il santo canonico messinese nel 1916 aprì nella città della Murgia un Orfanotrofio nel quale tuttora riposa il suo corpo ricoperto da un artistico monumento funerario, in attesa di un regolare processo canonico, ormai solamente storico, che dichiari l’eroicità delle sue virtù. P. Angelo Sardone