Il Libro dell’Apocalisse
«Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve» (Apc 1,1). È questo l’incipit dell’ultimo libro della Sacra Scrittura, l’Apocalisse, forse “il libro più affascinante della Rivelazione” (A. Langellotti), il capolavoro della intera letteratura che da essa prende il nome. Il tema fondamentale è la «rivelazione», con un messaggio sommamente spirituale colmo di dati geografici, personaggi, numeri, lettere dell’alfabeto. Non ci si può avvicinare a questo libro se non con una sufficiente preparazione per non correre il rischio di non capirci niente delle immagini bizzarre, prospettive allucinanti, allusioni piene di mistero e talora anche di terrore. Si deve alla trascrizione di Giovanni evangelista deportato nell’isola di Patmos nell’Egeo, il 95 d.C. ed è destinato alle sette Chiese dell’Asia minore, legate alle attività pastorali dell’Apostolo. In effetti il messaggio va oltre quelle Chiese ed interessa tutta la Chiesa. Il piano dell’opera prevede la messa in guardia delle comunità cristiane dai pericoli interni ed esterni incombenti e far giungere una parola di consolazione. La Rivelazione che comporta la visione e la sua interpretazione è data dal Padre per mezzo di Gesù Cristo, il cui avvento si realizzerà nella parusia, come imminente, non cronologica, ma psicologica. Gli eventi che sono annunciati si compiranno: occorre dare alla propria condotta un orientamento pratico da assegnare alla propria vita per essere sempre pronti ad accogliere il Signore in qualunque tempo si manifesti. P. Angelo Sardone