San Leone Magno
«Fa’ che la Chiesa rimanga salda nella tua verità e proceda sicura nella pace». La preghiera di Colletta della Messa odierna esprime in sintesi l’opera apostolica di S. Leone Magno ipapa, dottore della Chiesa, del quale si fa memoria nella Liturgia. La successione apostolica a Roma nel secolo V fu caratterizzata dalla personalità eccezionale del diacono romano Leone che, dopo essere stato consigliere di due papi, fu elevato al trono di Pietro e vi rimase per 21 anni, un mese e 13 giorni. Fu intrepido assertore del primato del papato e difensore della verità dommatica delle due nature di Cristo (divina ed umana) nell’unica persona del Verbo. La storia lo ha consacrato con l’appellativo «magno» per la qualità della sua vita ed i suoi numerosi interventi nel campo ecclesiale, sociale e politico, compresa la missione con la quale presso Mantova fermò Attila, il re degli Unni, inducendolo ad andarsene dall’Italia. Lo stesso continuò a fare impedendo ai Vandali, una popolazione germanica condotta da Genserico, di incendiare la Città eterna, nonostante il noto saccheggio (455). Fu uno scrittore fecondo e profondo. La Tradizione ha conservato di lui 69 omelie e 173 lettere, che testimoniano la sua pietà ed il suo ingegno teologico. Oggi come ieri il papa, successore di Pietro, è segno e servo dell’unità della Chiesa universale. È dottore autentico, rivestito della stessa autorità di Cristo, che predica al popolo di Dio ed insegna la fede da credere e da applicare nella pratica della vita (LG 25). Oggi il papa che siede sul trono di Pietro è Francesco. Il Signore lo sostenga e lo guidi per fermare con coraggio e fermezza gli Attila, gli Unni e i Vandali di oggi. P. Angelo Sardone