La misericordia di Dio e la sua pazienza
«Hai compassione di tutti, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento» (Sap 11,23). Nel primo secolo a.C. secondo gli studiosi più accreditati vide la luce la redazione finale di un interessante libro, la Sapienza, l’ultimo della Bibbia, considerato deuterocanonico. Non fa parte della Bibbia ebraica, è scritto in greco su probabili fondamenti ebraici. Attribuito al re Salomone, è composto di 19 capitoli ed esalta la sapienza personificata. L’autore o gli autori rimangono ignoti. Dio viene presentato come Colui che ama ed ha compassione per tutto ciò che ha creato, in particolare per gli uomini. Si tratta di un amore quasi ostinato che Dio manifesta verso le sue creature: in esso si fonda il suo vivo desiderio di perdono per tutti gli uomini soprattutto quando cadono nella condizione mortale a causa del peccato. Ed in questo agisce sempre con infinita pazienza: attende finché, sgorgato nel cuore del peccatore il pentimento, ricominci con una vita migliore. Dio non ha fretta, soprattutto quando chiude gli occhi sulle malefatte umane ed attende che nel cuore del peccatore sgorghi liberamente il senso del rammarico e l’orientamento alla piena comunione con Lui. Ciò avviene con tutti. Questa considerazione è di grande speranza perché apre le prospettive all’accoglienza serena di un Dio che non solo è paziente con tutti ma vuole il bene delle sue creature e le rispetta anche quando camminano o scelgono di orientarsi nella vita lontano da Lui e dai principi che determinano la vera felicità. La fiducia di Dio non va banalizzata: non si giocherella con l’amore vero che ha dato la dimostrazione più grande col segno concreto della sua morte in croce per le creature. P. Angelo Sardone