I santi Cornelio e Cipriano per l’unità della Chiesa
«Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20). La certezza delle fede cristiana è data dal fatto che Gesù Cristo, dopo tre giorni dalla morte è risorto. Se non fosse così la predicazione sarebbe vuota e vana è la fede. La risurrezione di Cristo è la garanzia della nostra risurrezione. Quelli che muoiono in Cristo e per Cristo non sono perduti. In questo senso si muove la memoria liturgica di oggi che vede accomunati nel martirio ed in idealità condivise, due grandi Santi del III secolo, i cui nomi sono riportati nel Canone Romano: papa Cornelio (210-253), pastore di animo grande e Cipriano (210-258) vescovo di Cartagine. Cornelio fece fronte ad uno dei primi scismi provocato dal prete Novaziano, che diede vita ad una comunità dissidente, e difese l’unità della Chiesa, confortato dalla solidarietà e dal vigoroso sostegno di Cipriano uno dei massimi esponenti del cristianesimo latino. Egli aveva dato un notevole contributo alla dottrina sull’unità della Chiesa raccolta intorno all’Eucaristia sotto la guida dei vescovi e di questi in comunione con la sede principale di Roma, fondata su Pietro il capo degli Apostoli. La storia dei primi secoli del Cristianesimo ha consolidato dal punto di vista organizzativo, teologico e giuridico tanti presupposti che Santi eminenti come loro hanno affermato e difeso. Una conoscenza più adeguata ed uno studio più approfondito permette di scoprire la grandezza di questi passi, il coraggio, la santità e l’eroismo di questi grandi uomini, cui si deve tanta gratitudine ed ammirazione. Auguri a tutti coloro che portano i loro nomi, forse non molto comuni nella odierna società e nella moderna mentalità. P. Angelo Sardone