La preghiera diuturna
«Di notte anela a te l’anima mia, al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca» (Is 26,9). La «Gaudium et Spes», costituzione pastorale del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, afferma che “l’aspetto più sublime della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio” (GS 19). In ogni stagione della sua vita l’uomo vivente ricerca Dio, proprio perché si porta dentro la sua immagine, anzi è la stessa “gloria di Dio”: la sua vita consiste “nella visione di Dio” (S. Ireneo). In uno degli inni di ringraziamento presenti nella prima parte del libro del profeta Isaia, è contenuto un bellissimo salmo che, mentre afferma che il giudizio di Dio si compie secondo giustizia, assicura per il popolo la liberazione e le prove che fanno superare le difficoltà e preparano la rinascita. Di giorno e di notte l’uomo cerca il Signore spinto dalla sua innata forza spirituale che tende a farlo inabissare nel Dio di ogni grazia e consolazione. La santità della vita dell’uomo consiste proprio in questo: cercare il Signore, cercarlo sempre, in ogni ora del giorno, in ogni situazione, in ogni evento, in ogni persona. E Dio che si lascia trovare da chiunque lo cerca, non manca di elargire ogni grazia che determina la pienezza della vita e porta la vera gioia. Strumento eloquente ed efficace è la preghiera che, mentre esprime l’anelito a Dio, realizza con l’atteggiamento di abbandono e fiducia, una perfetta consonanza col mistero divino che permea l’esistenza e dà vigore all’anima ed allo spirito. P. Angelo Sardone.