La riforma di Giosia
«Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell’alleanza» (2Re 23,2). Nella storia del popolo eletto un momento importante di crescita nella fede in Dio è costituito dalla cosiddetta riforma religiosa di Giosia, re di Giuda, che divenne tale all’età di 8 anni e regnò 31 anni. Il testo sacro lo descrive come uomo retto, in tutto fedele a Dio come Davide. In quel frangente, precisamente l’anno 622, il sacerdote Chelkia, trovò nel tempio di Gerusalemme il rotolo del “libro della legge” cioè il Deuteronomio con la sua sezione legislativa. Fu una scoperta importante del libro dell’alleanza redatto al tempo del re Ezechia, e qui perduto, abbandonato o dimenticato nel corso del tempo di infedeltà a Dio sotto il regno di Manasse. Da allora fu avviata una radicale e profonda riforma del culto con il rinnovo dell’alleanza con Jahwé. Tra le altre cose fu stabilito che i sacrifici prescritti dovevano essere compiuti solo a Gerusalemme onde evitare misture con culti sincretistici ai Baal e si riprese la celebrazione della Pasqua. Un elemento importante e determinante fu la lettura del testo fatta prima alla presenza del re e poi dell’intero popolo perché tutti potessero ascoltare ed apprendere. Per la crescita e la maturità spirituale del popolo di Dio di ogni tempo, è assolutamente indispensabile la conoscenza e la lettura sistematica della Parola di Dio. Ciò avviene in particolare nella sacra Liturgia, soprattutto nella Messa: ogni giorno attraverso la proclamazione della Parola nel corso di tre anni, viene presentata ed offerta alla meditazione, gran parte della Bibbia perché sia davvero il nutrimento indispensabile per la vita del cristiano. P. Angelo Sardone