Le donne greche evangelizzate da S. Paolo
«Dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite» (At 16,13). Con il secondo viaggio missionario, Paolo, giunto in Grecia, comincia l’evangelizzazione dell’Europa. Obbedendo un’ingiunzione diretta dello Spirito, si sta dirigendo in Macedonia, a partire dal primo distretto, la città di Filippi grande centro commerciale e militare che dal 31 era diventata colonia romana. Come al solito, compie la sua evangelizzazione di sabato, il giorno nel quale i Giudei si radunavano per la preghiera. Lungo il fiume rivolge la sua parola alle donne che si erano riunite, probabilmente radunate da Lidia, una venditrice di porpora, riunione forse non approvata dalla sinagoga locale. Lidia proveniva da Tiatira e credeva in Dio. Fu convertita alla fede da Paolo al quale aprì le porte della sua casa dopo essere stata battezzata insieme con quelli della sua famiglia. Contrariamente a quanto si possa pensare circa una sorta di misoginìa attribuita a S. Paolo, la sua predicazione raggiunge direttamente le donne che allora, come oggi, erano numerose e disponibili all’ascolto. Il loro atteggiamento e la testimonianza concreta di Lidia, sortirà un effetto positivo nell’impalcatura e nell’efficacia dell’evangelizzazione. A seguito dell’insistente invito della neo convertita a fermarsi a casa sua, Paolo accetta e condivide l’accoglienza ed il calore di questa famiglia. La storia paolina si ripete puntualmente anche oggi: io stesso che spesso sono in missione vocazionale in forza del carisma rogazionista, posso testimoniare quanto sia valido e fruttuoso ai fini di una efficace evangelizzazione, l’apporto di donne intelligenti che vedono nel sacerdote il mediatore della grazia e della conoscenza di Cristo. P. Angelo Sardone