La Madonna di Fatima
«La promessa fatta ai Padri si è realizzata, perché Dio l’ha compiuta per noi, loro figli» (At 13,32). Nell’altipiano dell’Anatolia sorge Antiochia di Pisidia. Qui Paolo, giunto con i suoi compagni, predica la Parola e rivolge un articolato discorso agli abitanti. Comincia così il suo primo viaggio apostolico. Ha preso in mano la situazione ed avvia in maniera concreta il suo servizio evangelizzatore. Alla stessa maniera di Pietro, sintetizza in un mirabile discorso i valori fondamentali della fede cristiana. Il punto più alto ed espressivo è il passaggio della morte e risurrezione di Cristo, come annunziato dai profeti: i Giudei, pur rifiutando e non comprendendo i contenuti profetici, hanno adempiuto inconsapevolmente quanto previsto. Tutto si è realizzato secondo i piani di Dio. Testimoni davanti al popolo sono gli Apostoli e quanti sono stati beneficiati dall’apparizione del risorto. Dio continua a visitare il suo popolo e spesso lo fa con la mediazione di Maria la madre di Gesù. Oggi si ricorda l’apparizione della Vergine a Fatima ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco avvenuta il 13 maggio 1917 in pieno primo conflitto mondiale. Le apparizioni si ripeterono con la cadenza mensile del 13 fino ad ottobre. Quella di Fatima è senza dubbio la più profetica delle apparizioni moderne. La Madonna invitò alla preghiera, alla conversione e alla penitenza e rivelò tre segreti. Il primo ed il secondo riguardano la spaventosa visione dell’inferno, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, la seconda guerra mondiale, e i danni che la Russia avrebbe recato all’umanità con l’abbandono della fede cristiana e l’adesione al totalitarismo comunista. Il terzo fu messo per iscritto da suor Lucia nel 1944 e reso pubblico nell’anno 2000 per volere di S. Giovanni Paolo II: infatti egli attribuiva all’intercessione della Madonna di Fatima la sua sopravvivenza dopo l’attentato del 13 maggio 1981. A Trani noi Rogazionisti dal 1957 abbiamo un bellissimo santuario dedicato alla Madonna di Fatima, meta di tanti pellegrini. P. Angelo Sardone