Pietro di ieri e Pietro di oggi
Mercoledì di Pasqua. «Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!» (At 3,6). Con l’autorità che gli veniva direttamente da Cristo e da Lui conferita prima della sua passione in un momento di grave difficoltà di coerenza, l’apostolo Pietro intìma allo storpio di Gerusalemme di alzarsi da terra e camminare. Le parole sono precedute da altre eloquenti, proclamate con grande coscienza rinnovata e potenziata dallo Spirito Santo appena ricevuto: «Guarda verso di noi!». Non si tratta evidentemente della persona di Pietro e Giovanni che si recavano al tempio, ma della loro assoluta trasparenza di Cristo risorto, il vivente, il Signore, l’unico che poteva operare un miracolo. Il coraggio tornato nelle viscere di quel pusillanime apostolo dagli sprazzi emotivi contraddittori, era il frutto del suo bagno salutare nel mistero della morte e risurrezione di Cristo che dal suo sepolcro aveva tirato fuori il pescatore di Galilea per farne il suo vicario in terra. Pietro di oggi si chiama Francesco: avrà tutti i limiti di questo mondo, ma è stato messo su quel soglio dallo stesso Spirito che ha operato duemila anni fa sul fratello di Andrea. Potrà dare fastidio a qualche altolocato ormai assuefatto alle porpore ed agli agi di una certa condizione, potrà essere di inciampo a qualche fanatico retrogrado dei fasti di fumi e di auto lussuose, potrà fare tenerezza per suo incedere claudicante, ma è lui, solo lui, la guida ed il pastore del popolo santo di Dio. E, in analogia, lo sono i vescovi ed i sacerdoti in comunione con lui. P. Angelo Sardone