Domenica della Divina Misericordia
«Sempre più, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne» (At 5,14). La risurrezione di Gesù segnò il passaggio storico ed esistenziale della vita del mondo e degli uomini. Il grande miracolo del ritorno in vita del Maestro, ha determinato da allora e per sempre il ritmo nuovo della storia e del tempo orientato ormai verso la parusia, cioè la conclusione escatologica segnata dal trionfo di Cristo sul peccato e sulla morte. La prima a risentirne positivamente fu la Comunità di Gerusalemme con parametri nuovi ed avvincenti di vita cristiana. Sostenuti da una sorprendente forza derivante dallo Spirito, gli Apostoli catalizzarono attorno a sé la nuova comunità dei credenti che, secondo le annotazioni dell’evangelista Luca, estensore oltre che del terzo Vangelo, degli Atti degli Apostoli, il libro della Chiesa, aumentavano vistosamente. L’impatto con l’evento, la potenza della Parola proclamata con franchezza, il coraggio indomito degli Apostoli, la pratica del Battesimo, risultarono gli elementi efficaci e consolidanti di questa trasformazione che, partendo da Gerusalemme, approderà a Roma, il centro del Cristianesimo. La domenica dopo Pasqua si caratterizza come «Domenica in Albis depositis»: i nuovi battezzati che avevano portato addosso la veste bianca ricevuta a Pasqua dopo l’immersione nelle acque del Battesimo, tornavano in chiesa otto giorni dopo con la stessa veste e la deponevano. Col Battesimo la veste bianca segna la nuova identità e dignità di figli di Dio. Portandola senza macchia nel corso della vita, pure in mezzo a tutte le contrarietà e difficoltà determinate dal peccato incalzante, in maniera simbolica si prefigura la modalità richiesta per l’ingresso nella vita eterna. Per espresso volere di S. Giovanni Paolo II, in obbedienza a quanto Gesù aveva chiesto a S. Faustina Kovalska, oggi si celebra la «Domenica della divina Misericordia». P. Angelo Sardone