S. Francesco di Paola
La semina del mattino
«Signore degli eserciti, giusto giudice, che provi il cuore e la mente, a te ho affidato la mia causa» (Ger 11,20). I profeti hanno parlato del Messia e del mistero della sua passione e morte. Con temi diversificati, a seconda del tempo, delle persone cui si rivolgevano e del luogo nel quale profetavano, proclamavano aspetti diversi che convergevano nel culmine dell’amore, l’offerta gratuita della vita a fronte degli intrighi e dell’odio violento degli avversari e nemici. Questi ultimi vogliono abbattere l’albero nella sua prosperità fruttifera e strapparlo addirittura dalla terra perché più non sia e nessuno più si ricordi di lui. Tutto è rivelato da Dio perché possa essere comunicato al popolo. Il “servo” giusto che ha visto queste magagne si rivolge al Dio giusto mettendo la sua vita nelle sue mani, affidando a Lui la sua causa. La liturgia odierna ricorda S. Francesco di Paola (1416-1507), uno dei santi più longevi e più noti per aver fatto della sua vita un servizio di amore verso tutti ed aver affidato a Dio la causa di salvezza del mondo intero. Fondatore dell’Ordine dei Minimi, con la sua testimonianza di vita rigorosa nell’eremitaggio, dedita alla penitenza, richiamò attorno a sé molti discepoli, insegnando loro il primato del Vangelo con l’austerità, anche alimentare. Il suo motto, riportato nell’iconografia è “Charitas”, carità, cioè amore per Dio e per il prossimo. Il Signore operò per lui tanti miracoli, uno dei quali, è il passaggio dello stretto di Messina sopra un mantello. Secondo e Terz’Ordine, delle donne prima e dei laici dopo, sono il corredo di questa splendida figura che ha lasciato un alone di santità che continua oggi attraverso i suoi figli e le sue figlie. Paola, in Calabria è il centro propulsore del suo culto e della devozione al santo patrono della gente di mare d’Italia. Auguri a chi ne porta il nome. P. Angelo Sardone