La sapienza di Dio
La semina del mattino
«Ci è insopportabile solo al vederlo, perché la sua vita non è come quella degli altri» (Sap 2,14). La Bibbia contiene una sezione detta “didattico-sapienziale” caratterizzata dalla presenza di alcuni libri che sono di grande insegnamento per il popolo di Dio di ogni tempo. Quello che dà il nome alla sezione è proprio il libro della Sapienza, attribuito alla persona del re Salomone. Si comprende che questo è un artificio letterario perché scritto in lingua greca e l’età di composizione sembra essere il 50 a.C. La liturgia quaresimale attinge da esso indicazioni significative che aiutano a comprendere il mistero della passione di Cristo. La dialettica è tra gli empi ed il giusto. I primi gli tendono insidie ravvisando in lui e nel suo comportamento, un continuo rimprovero alle loro azioni ed intendimenti. Rimprovero per l’inosservanza della legge, condanna dei pensieri malsani, rinfaccio di trasgressioni a causa dell’educazione ricevuta, sono alcuni degli elementi che lo rendono inviso. A fronte di ciò si scatena l’odio, il risentimento e la messa alla prova con tormenti e insidie, per saggiare lo spirito di sopportazione. Il pensiero dell’empio è bollato da Dio come sbagliato; è pura illusione. Questi tratti biblici fanno riferimento esplicito all’identità del Messia e sono la manifestazione ulteriore delle caratteristiche del “Servo di Jahwé” che il profeta Isaia presenterà drammaticamente nei suoi quattro carmi. La storia si ripete anche in contesti ecclesiali attuali quando ministri del sacro, seri ed impegnati, sono guardati a vista con indifferenza o giudicati in cagnesco da alcuni “pii e devoti” per la verità che proclamano con la loro vita e con le loro parole. P. Angelo Sardone