L’istituzione del diaconato
«Cercate sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza. Noi ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola» (At 6,3-4). L’istituzione del «diaconato» nella primitiva chiesa di Gerusalemme è determinata dalla necessità di provvedere alle mense ed alle vedove. Gli Apostoli non volevano essere distolti dal compito specifico della preghiera e del servizio della Parola che si esplicitava nella predicazione. La comunità cristiana che andava ingrandendosi giorno per giorno, con lo stile della comunione fraterna e della condivisione dei beni, necessitava di un’organizzazione che non fosse lasciata al caso ed alla promiscuità eclettica del servizio. Occorreva distinguere bene i vari ministeri lasciando liberi gli Apostoli di mettere in pratica il mandato ricevuto direttamente da Gesù, cioè andare ovunque, predicare, battezzare. All’interno della stessa Comunità, secondo esplicita richiesta degli Apostoli, furono indicati sette uomini che presentavano i requisiti di buona reputazione e di pienezza di Spirito e di sapienza. Furono scelti Stefano, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola. La preghiera e l’imposizione delle mani degli Apostoli sancì il loro riconoscimento e l’avvio del ministero. Questo gesto è divenuto proprio del sacramento dell’ordine nei suoi tre gradi: diaconale, sacerdotale, episcopale. Il compito dei successori degli Apostoli, i vescovi ed i sacerdoti in comunione con loro, continua ancora oggi col ministero della predicazione, indispensabile modalità di servizio della Parola e di sviluppo della fede. «La nostra missione, la prima è parlare, annunciare quel messaggio di Cristo, del quale siamo depositari e del cui insegnamento siamo maestri responsabili» (Paolo VI). P. Angelo Sardone