I sette santi fondatori
«Dio ha scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano» (Gc 2,5). Facendo un discorso generale sul comportamento di chi ha la fede, Giacomo esorta ad avere un atteggiamento opportuno riguardo alle persone ed all’assemblea liturgica, dal momento che la fede deve essere espressa nelle opere e viceversa. I riguardi indebiti ed i favoritismi sono contrari alla linea di Dio e mettono chi li pratica, fuori del contesto della fede. Chi vive nella fede ha un’ottica molto diversa da quella del mondo. I poveri sono i destinatari del Vangelo: a loro Dio destina l’eredità del Regno perché sono liberi dai legami terreni e la loro povertà diventa ricchezza. I ricchi al contrario che trattano male i poveri sono da considerare fuori da un contesto di benevolenza da parte di Dio. Oggi la Chiesa ricorda i sette Santi Fondatori, mercanti, devoti della Vergine Maria, che mossi dall’ideale della comunione fraterna e del servizio ai poveri il 1245 si ritirarono sul monte Senario nei pressi di Firenze. Adottarono la Regola di sant’Agostino e diedero inizio all’Ordine dei Servi di Maria. Erano Bonfiglio, il primo priore, Bonagiunta, Manetto, Amedeo, Sostegno, Uguccione, Alessio Falconieri. La loro vita aveva quattro aspetti ed impegni concreti: la Chiesa, il bene degli altri, la venerazione della Vergine, il cammino di santificazione. Caratteristiche proprie erano la severa penitenza e la scelta della radicale povertà con un vero e proprio «atto». Furono proclamati santi tutti insieme nel 1888 da Leone XIII. La loro testimonianza è ammirevole ed attuale: furono poveri per i poveri. P. Angelo Sardone