Il dolore per la vera amicizia
«Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa, più che amore di donna» (2Sam 1,26). L’ennesima battaglia di Saul contro i Filistei fu la sua fine. La vittoria schiacciante che essi conseguirono ebbe il bottino più consistente, la morte di Gionata e dello stesso re, quest’ultimo per mano di un Amalecita. Il secondo libro di Samuele si raccorda con questa fine riportando poi la consacrazione di Davide a re di Israele. Appresa la notizia della morte del padre e del figlio, Davide di ritorno dalla strage degli Amaleciti ebbe un moto profondo di dolore e proclamò un’elegia su Saul e Gionata, amabili e gentili non divisi neppure dalla morte, una poesia di suprema bellezza, dai forti toni e dai più vivi sentimenti di affetto. Cantando le loro gesta ed i loro meriti, egli definisce Saul il vanto di Israele e Gionata “prezioso suo amico”. Gionata aveva stretto un patto di amicizia con Davide perchè aveva capito che lui aveva lo spirito di Dio. Anche Davide si era impegnato a proteggere lui e la sua casa. Si tratta di un profondo e reciproco sentimento di affetto. Spesso la Sacra Scrittura soprattutto nelle parti didattico-sapienziali inneggia al grande valore dell’amicizia. In questo caso l’esempio pratico è uno straordinario modello di condivisione, superiore all’amore per una donna, la celebrazione di un alto profilo di amicizia, che rivela alla morte «una grande pena». La società odierna spesso alimenta amicizie e rapporti superficiali, interessati ed egoistici di amici che sono disposti a stare accanto non fino all’ultima ora, ma “fino all’ultima lira” (Carlo Veneziani). L’insegnamento e l’esempio di Gesù confermano i termini ed i valori della vera amicizia che diventa vero amore fino a dare la propria vita per l’altro. P. Angelo Sardone