S. Antonio abate
«Ecco, obbedire è meglio del sacrificio, essere docili è meglio del grasso degli arieti» (1Sam 15,24). La vita dei Santi si inscrive in una dinamica amorevole di obbedienza al Signore. Il rapporto con Lui, mediato dall’ascolto della Parola, si configura nella puntuale realizzazione del Vangelo. Con esso si accordano gli avvenimenti della vita e si risolvono in una chiave provvidenziale dalla quale emerge la volontà di Dio e l’accoglienza generosa del suo amore. Uno dei santi più noti per la qualità della sua vita, per la durata stessa della sua esistenza, 106 anni, per l’influenza che ha avuto sul monachesimo di tutti i tempi è S. Antonio abate (250-365), «S. Antuono» come si dice nel sud-Italia. La sua vita si risolve nella logica del Vangelo che invita a seguire Gesù spogliandosi dei propri beni e nella scelta prioritaria del silenzio per dedicarsi alla contemplazione ed alla preghiera. Una situazione di questo genere non rimane mai sconosciuta perché il profumo della virtù si espande ed attrae tanta gente. L’orfanità determinata dalla morte dei suoi genitori, la presa in carico della piccola sorella, l’amministrazione dei beni e la consegna volontaria fatta ai poveri, sono elementi importanti della vita del grande abate il cui esempio indusse diversi seguaci ad imitarlo nelle scelte radicali per il Signore. L’avversario ed il nemico dello Spirito, il diavolo, non smise di importunarlo in mille modi con tentazioni e vessazioni continue. L’obbedienza al Signore ed alla sua Legge riempirono la sua vita. L’affidamento al Signore, il lavoro manuale per la sussistenza, l’attenzione e la condivisione delle risorse con i poveri, l’amore alla preghiera, lo resero vicino a Dio ed ai fratelli che si onoravano di averlo amico e padre. P. Angelo Sardone