Betlemme di Efrata
«E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele» (Mi 5,1). Tra i profeti messianici quasi in sordina, ma non meno in efficacia per un celeberrimo vaticinio, si distingue Michea, operante nell’VIII secolo, contemporaneo di Isaia. Il suo nome, come Michele, significa «Chi è come Dio?». In riferimento al Messia afferma con chiarezza che Egli uscirà da Betlemme, la città di Davide, sarà dominatore in Israele e portatore di pace con un messaggio di perdono e salvezza. Nascerà da una donna che «deve partorire». Il riferimento topografico è quello di un piccolo ed insignificante villaggio che si contrappone al dominio grande che sarà invece suo appannaggio. L’allusione alla donna richiama Maria di Nazaret. Il primo riferimento a Betlemme è presente nella Genesi quando si parla di Rachele, moglie di Giacobbe, che morì e fu sepolta sulla via di Efrata, ovvero Betlemme. L’oracolo profetico si riferisce ai secoli successivi e preconizza la nascita di Cristo da Maria proprio dove era nato Davide, a Betlemme, la “casa del pane”. Da Betlemme dunque uscirà il nuovo dominatore che possiede il diritto, la facoltà ed il potere di regnare, Gesù, il Re per eccellenza, le cui origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti, nella mente di Dio e nei recessi della storia. Queste grandiose verità sono il corredo teologico straordinario non di un mito ma di una realtà storicamente avvenuta e preparata da secoli di storia e di interesse di Dio verso l’umanità desiderosa di salvezza. P. Angelo Sardone