La sapienza, Dio
L
«Dio si fa trovare da quelli che non lo mettono alla prova, e si manifesta a quelli che non diffidano di lui» (Sap 1,2). La sezione biblica nota come didattico-sapienziale, prende il nome da un libro interessante, “Sapienza”, entrato solo in un secondo momento a par parte dei libri canonici, cioè ritenuti ispirati. L’opera, certamente di un ebreo pieno di fede ed ellenizzato che viveva ad Alessandria d’Egitto, impregnato di cultura e mentalità greca, è composta di 19 capitoli ed è scritta in lingua greca. L’autore ricorrendo ad una finzione letteraria fa credere di essere Salomone, il grande e saggio Re di Israele che si rivolge ai suoi colleghi, i giudici della terra. In effetti vuole esortare i Giudei minacciati dai culti pagani dell’ambiente circostante a non tentennare e presenta Dio col termine di “Sapienza”. Egli si fa trovare da coloro che non lo mettono alla prova e si fidano di Lui. Dio ama l’uomo, è testimone dei suoi sentimenti, conosce i suoi pensieri, ascolta ogni sua parola e punisce il bestemmiatore. Le prime parole del libro presentano la sapienza ed il destino umano invitando a cercare Dio ed a fuggire il peccato, soprattutto nella dinamica degli opposti: giustizia-ingiustizia, morte-immortalità. Chi non segue la giustizia cadrà in “ragioni insensate” e non sarà aperto alla sapienza che scende dall’alto e non abita in chi commette il peccato e ne è schiavo. Ogni sofferenza umana patita dal giusto è ricompensata con l’immortalità. Non tentare Dio e non diffidare di Lui sono criteri sensati per ogni epoca che uniti ad una ricerca fatta col cuore semplice, permette davvero di trovare il Dio di ogni grazia e consolazione. P. Angelo Sardone