S. Andrea apostolo ed evangelista
«Cristo ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti» (Ef 4,11). Nella lettera agli Efesini S. Paolo considerando alcuni pericoli che possono minacciare l‘unità della Comunità ecclesiale, tra cui le discordie, le dottrine eretiche, la necessaria divisione dei ministeri, oppone loro i principi ed il programma della vera unità in Cristo. In riferimento ai ministeri dell’insegnamento precisa che è Cristo che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti ed altri ancora come evangelisti, rendendoli idonei a compiere il proprio ministero. S. Matteo, la cui festa oggi si celebra, incarna i due ministeri di apostolo ed evangelista. È identificato in Levi, il pubblicano. Della sua chiamata parlano tutti e tre i Sinottici. Il tratto autobiografico riportato nel suo vangelo si limita ad affermazioni secche: Gesù lo vide, gli disse “Seguimi” ed egli si alzò e lo seguì. Lo scompiglio determinato da questa chiamata fuori dai canoni dei perfetti o per lo meno di coloro che non erano sulla bocca di tutti per il loro comportamento scorretto, era infatti un pubblicano, giustifica nel corso del pasto in casa sua l’intervento chiarificatore di Gesù che ribadisce di essere venuto a chiamare i peccatori e non i giusti. Il suo vangelo è il primo in ordine di tempo ed il più lungo di tutto, 28 capitoli. E’ scritto in aramaico, un racconto popolare con la composizione dei discorsi di Gesù, come testimoniato dai primi Padri della Chiesa, destinato ai cristiani di origine ebraica. La Tradizione narra che predicò il Vangelo in Africa ed in Etiopia dove fu trucidato dai pagani, mentre celebrava il divino sacrificio. Il suo nome significa “uomo di Dio”, il segno che lo raffigura tra i quattro evangelisti è un angelo. Auguri a tutti coloro che portano il suo nome. P. Angelo Sardone