Il serio annunzio del Vangelo
«Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore» (1Tes 3,8).
L’annunzio del vangelo non è mai un idillio: le tribolazioni non mancano sia a chi annunzia che a chi ne beneficia. La preoccupazione di Paolo è lecita e concreta perchè sa bene che la lotta e gli impedimenti di qualunque sorta sono sotto la regia di Satana. Per cui succede che dopo aver accolto con generosità e fiducia la Parola, il demonio, o persone superdotate ed influenti, o ancora l’instabilità stessa della fede ed il facile entusiasmo sentimentale e non di presa di coscienza attiva, possono far desistere i fedeli. L’entusiasmo e l’adesione iniziale diventa una banderuola che si affida alle facili ed ingannevoli correnti che si nascondono anche dietro le migliori intenzioni o le meteore passeggere di annunciatori super moderni e “simpatici” che sghignazzano risate e propongono un vangelo accomodante ed assolutamente inefficiente a persone altrettanto mediocri ed instabili. L’Apostolo testimonia la necessità di prendere notizie aggiornate sui fedeli, per timore che il tentatore e le tentazioni abbiano il sopravvento. E quando si accerta che le notizie sono buone ed il ricordo è sempre vivo, si sente consolato ed accantona angoscia e tribolazione determinati dalla paura di una loro facile infedeltà. La saldezza nella fede dei credenti è la più bella ricompensa per chi annunzia. Essa ripaga sacrifici, rinunzie e non si risolve in vuote illusioni. La storia di ogni apostolato parrocchiale, missionario, sacerdotale, passa attraverso queste coordinate. Se i fedeli comprendono e sono maturi, l’esito è positivo; se non lo sono, è un brutto pasticcio ed una tragica illusione per laici e preti! P. Angelo Sardone