Maria Assunta in cielo, segno della gloria futura
«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo» (Apc 11,10). La solennità dell’Assunzione di Maria, detta in Oriente “dormitio Virginis”, collocata liturgicamente a metà agosto è una delle feste mariane più antiche. Pio XII il 1° novembre 1950 ha dichiarato l’Assunzione dogma di fede, cioè verità rivelata. Maria, preservata dalla macchia di peccato, «terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo» (Costituzione apostolica Munificentissimus Deus). Questo mistero è anticipazione della risurrezione finale, primizia della Chiesa del cielo e segno di consolazione e di speranza per la Chiesa pellegrinante in terra. L’Assunzione di Maria non implica necessariamente la sua morte, ma neppure la esclude. Le attestazioni storiche e teologiche più significative partono dal VI secolo. «A Colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità è stato concesso di conservare integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Ciò a motivo di suo Figlio» (S. Giovanni Damasceno). Su questa grandiosa verità talora prende il sopravvento anche dal punto di vista terminologico ed augurale, il cosiddetto Ferragosto, cioè il giorno 15 di agosto. Esso designa le antiche “ferie di Augusto”, la festività istituita dall’imperatore Augusto il 18 a.C. per celebrare i raccolti, concludere i principali lavori agricoli e vivere un periodo di riposo. Nella mentalità comune anche tra i cristiani, Ferragosto sembra prevalere sulla festività liturgica mariana. Gli auguri che si sogliono fare sono infatti “Buon ferragosto” come a dire “buon quindicesimo giorno del mese di agosto” e non tanto “Buona solennità dell’Assunta”. C’è qualcosa da correggere. P. Angelo Sardone