La povertà e la condivisione
«La loro estrema povertà ha sovrabbondato nella ricchezza della loro generosità» (2Cor 8,1). Uno degli elementi che caratterizzano la seconda lettera di Paolo ai Corinzi è l’invito e la realizzazione di una colletta a favore dei poveri di Gerusalemme. La manifestazione concreta della crescita nella fede si ha anche con la condivisione materiale con chi è nel bisogno. La letteratura neo testamentaria, a partire dal Vangelo, sottolinea continuamente questa esigenza: ciò che si è ricevuto gratuitamente va condiviso. L’opera di S. Paolo costituisce un grande insegnamento per le generazioni dei cristiani tante volte rinchiusi nei propri bisogni e nelle proprie ricchezze. È molto bello constatare come un vero ed autentico cammino di fede fa maturare in chi più possiede, il desiderio e quasi il bisogno di dare con generosità a chi non ha il necessario. Si diviene generosi con gli altri se si è maturata una generosità fattiva verso il Signore che è sempre largo di doni. Ci sono tanti ricchi che sono solleciti e provvedono anche nel nascondimento alle necessità dei poveri. Ci sono tanti altri che magari non sono ricchi, ma che diventano avari e si perdono dietro calcoli egoistici che non solo non fanno crescere ma intristiscono e deludono. La sincerità dell’amore si mette alla prova con la premura verso gli altri. Molte volte si riscontra come i poveri siano generosi, consapevoli che la propria indigenza fa comprendere ancora di più l’indigenza altrui. La ricchezza nella fede, in ogni zelo e nella carità impone di essere altrettanto ricchi e larghi nella generosità verso chi è nel bisogno. Si cresce nella vita di fede passando attraverso questa strada. Il resto potrebbe essere semplicemente illusione. Cristo rende ricchi per mezzo della sua povertà. P. Angelo Sardone.