I nipoti, preziosa eredità
«Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità, i loro nipoti» (Sir 44,11). Dopo aver enumerato la gloria di Dio nella natura, l’autore del Siracide la considera nella storia. L’ultima parte del libro in ben sei capitoli, è caratterizzata dall’elogio degli uomini illustri, una sorta di campionario degli antenati, uomini valenti che hanno caratterizzato in maniera esemplare la vita del popolo di Israele. A partire da Enoc, discendente di Adamo ed Eva (Gen 4,17), fino a Neemia, governatore di Giuda (Ne 5,14), passando attraverso i grandi patriarchi, i re e i profeti, Ben Sira intende esprimere gratitudine a Dio per aver suscitato uomini straordinari ed ammirazione per ciascuno di essi. Ciò che li caratterizza è la virtù ed i loro meriti. Al contrario di altri di cui non permane alcun ricordo e svanisce ogni loro memoria come se non fossero mai esistiti, loro ed i loro figli per sempre. Gli uomini illustri e virtuosi vivono per sempre nel ricordo della storia e nella gratitudine perenne che dimora nella loro eredità, i nipoti. È davvero singolare questa annotazione. I figli dei figli, enumerati nelle promesse di Dio ad Abramo, nel bene come nel male, assurgono ancora una volta al rango delle preziosità con le quali si perpetua la memoria e la fama degli antenati. L’uomo di oggi che sta perdendo il senso della memoria, tante volte riduce il tutto all’oggi, mettendo in esecuzione il detto oraziano “Carpe diem” nella valorizzazione unica del presente. Fare memoria degli antenati aiuta a conoscere la propria storia che è ricca di Provvidenza e mettersi su una medesima scia nella fedeltà alle promesse ed alla testimonianza dei padri. P. Angelo Sardone