S. Caterina, testimone di amore, intelligenza e fede
301. «Padre, hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25). La logica di Dio tante volte è molto diversa, se non contraria a quella umana. Agli occhi suoi ciò che è piccolo diventa grande; ciò che è potente è vano, ciò che è spazzatura è ricchezza. È la logica della santificazione che passa attraverso l’odio del mondo e l’avanzamento nella virtù. Gesù ne fa oggetto di una delle preghiere riportate nel Vangelo. In essa, mentre esalta la divina grandezza, sottolinea che la volontà di Dio non vuole escludere dalla Rivelazione evangelica i saggi ed i sapienti, cioè i maestri di Israele, ma indicare l’unica via per raggiungere il mistero del Regno di Dio, la semplicità. La Rivelazione, ed in particolare la predicazione di Gesù, si rende manifesta proprio alle persone che si trovano o vogliono mettersi nella dimensione della piccolezza. In questa ottica ed in questi parametri si colloca la santità di Caterina da Siena (1347-1380), nella quale «le beatitudini evangeliche hanno avuto un modello di superlativa verità e bellezza» (S. Paolo VI). Diviene terziaria domenicana e la sua cella è cenacolo di preghiera e riflessione per artisti, dotti, religiosi, che da lei sono istruiti. Il Signore la dota di “messaggi” e le fa scrivere lettere con le quali parla a persone grandi e dotte: papi, re e regine. Ambasciatrice di pace e di riconciliazione favorisce col suo consiglio e la sua azione missionaria il ritorno a Roma del papa da Avignone. Insieme con S. Francesco d’Assisi è dichiarata patrona d’Italia. La sua testimonianza di coerenza, invitto coraggio e determinazione, è stimolo efficace per le generazioni dei cristiani di oggi, a volte paurosi ed incostanti. Auguri a tutte coloro che ne portano il nome, perché la saggezza e la santità di S. Caterina le contamini sempre più di amore e di servizio alla Chiesa. P. Angelo Sardone