S. Giuseppe, modello dei papà
260. «Giuseppe, figlio di Davide, il bambino che è generato in Maria lo chiamerai Gesù» (Mt 1, 20-21). Giuseppe, ultimo dei patriarchi, uomo giusto e fedele è lo sposo di Maria, posto da Dio a custode della sua casa. Il suo nome significa “Dio aggiunge”: Egli è anello di congiunzione tra Gesù, re Messia e la discendenza di Davide. Le pagine evangeliche riportano l’essenziale di Lui: perplesso della gravidanza di Maria, illuminato da Dio sull’origine sacra del Bambino, presente alla nascita del Messia, guida nella fuga in Egitto e nel rientro a Nazaret, conosciuto come falegname, fedele osservante della Legge, padre putativo di Gesù. Giuseppe è l’uomo del silenzio che rimane nell’ombra, interagisce con intelligenza e fede col disegno di Dio che vuole la nascita del suo Figlio attraverso una creatura umana; si presta ad un ruolo civile e giuridico di padre di Cristo. È a capo della santa Famiglia di Nazaret, modello di vigilanza, padre della provvidenza. Il 1870 il beato Pio IX lo dichiarò “Patrono della Chiesa universale”. In lui i «padri di famiglia hanno il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, concordia e fedeltà coniugale; i vergini un tipo e difensore insieme della integrità verginale» (Leone XIII). Oggi si celebra la festa del papà. Questa ricorrenza nobilita la figura del padre nel compito fondamentale dell’educazione, formazione e custodia dei figli. Il padre è coinvolto nella dinamica nella vita della famiglia e nelle sue responsabilità. “Filii patrizant”, recita un vecchio adagio: a lui i figli si ispirano. In maniera analoga ogni sacerdote è padre: genera alla vita di Grazia, si prende cura ed accompagna l’esistenza di figli e figlie che la Provvidenza gli dona. Auguri a quanti portano il nome di Giuseppe, Giusy, Pino e Pina, a coloro che sono padri di famiglia, a quanti generano alla vita di fede e di grazia. P. Angelo Sardone