La Via Crucis: significato e senso
La semina del mattino
232. «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua» (Lc 9,23). In tutto l’anno la giornata del venerdì è caratterizzata dalla penitenza e dal ricordo della Passione di Gesù. Durante la Quaresima ciò si concretizza nel pio esercizio del cammino della croce, la cosiddetta “Via Crucis”. Si tratta di una pratica devozionale molto diffusa ed amata dal popolo di Dio. Consiste nel ripercorrere l’ultimo tratto del tragitto compiuto da Gesù andando incontro alla morte in croce: dal Getsemani fino al Calvario, dall’orto degli ulivi al giardino del sepolcro. Il percorso penitenziale e devozionale si snoda lungo quattordici stazioni che richiamano gli eventi salienti della via dolorosa percorsa dal Nazareno sotto il peso della croce. Questa pratica di pietà, presente sin dall’alto Medioevo, fu diffusa particolarmente dal Frate Minore san Leonardo da Porto Maurizio († 1751) e regolarmente approvata dalla Sede Apostolica. Nella riflessione e nella prassi ecclesiale la Via Crucis è la sintesi di espressioni diverse della spiritualità cristiana: la vita umana concepita come un cammino lungo il mistero della Croce; la conformazione alla Passione di Cristo; le esigenze più vere della sequela del Maestro, portando ogni giorno la propria croce. Tutte le stazioni, corredate dalla Parola di Dio, dalla riflessione e dalla preghiera personale e comunitaria, evocano anche le tappe della vita umana che spesso si colorano di condanne, cadute, insulti, incontri particolari, denudamenti, chiodi e solitudine dell’abbandono su un patibolo. Tutto questo fortifica la fede e rende testimoni nella vita quotidiana, della passione di Gesù che si riflette in un certo senso nella personale Via crucis. P. Angelo Sardone