Mese: Dicembre 2020
Vorrei gridare come un pazzo
La semina del mattino
154. «Chiunque ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7,24). La predisposizione ad ascoltare non è sempre semplice. Si esprime in modalità virtuose con la disponibilità ed accoglienza, ed in modalità viziate da superficialità o assenza nel mettere in pratica quando viene detto. L’insegnamento di Gesù con gli esempi della roccia e della sabbia, esplicativi di una modalità basilare di accoglienza seria o di superficialità e leggerezza, vuole scuotere dalla tiepidezza e risvegliare un impegno fattivo nell’ascoltare e nel tradurre in pratica il messaggio proposto. I Santi hanno preso il Vangelo alla lettera e l’hanno reso vita della loro stessa esistenza. Un autentico gigante dell’attività e dell’ansia missionaria è il nobile spagnolo S. Francesco Saverio (1506-1552). Studiò teologia alla Sorbona di Parigi dove conobbe S. Ignazio di Loyola ed entrò nella Compagnia di Gesù da lui fondata. Ordinato sacerdote nel 1537, obbedendo al papa Paolo III che aveva chiesto di evangelizzare i popoli delle colonie delle Indie orientali, nel 1541 partì e dopo un anno di viaggio giunse fino a Taiwan, estendendo la sua evangelizzazione in Giappone. Arrivò vicinissimo alla Cina che era allora impenetrabile, approdando a Sancian dove svolse un’attività evangelizzatrice e sociale nei confronti dei bambini e dei malati. Gli stenti e le fatiche lo prostrarono, causandogli la morte ad appena 46 anni. Desiderava «gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità» denunciando la perdita delle anime per la mancanza di operai del vangelo onde favorire le conversioni dei pagani al cristianesimo. Che straordinaria passione per le anime! P. Angelo Sardone
La compassione di Cristo
153. «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare» (Mt 15,32). Uno degli elementi tipici del Messia evangelizzatore, quasi un attributo suo proprio, è la compassione, manifestazione della misericordia divina. Dal punto di vista psicologico la compassione è figlia della sensibilità. Il Vangelo annota frequentemente questo sentimento attribuendolo a Gesù Maestro in varie circostanze e risolvendolo in soluzioni diverse: l’insegnamento ai poveri, la guarigione ai malati, l’offerta del pane da mangiare, la preghiera per le vocazioni alla folla stanca e sfinita. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è un miracolo rilevante e ricco di significato che si collega direttamente ed è determinato dalla compassione. Esso va anche oltre l’aspetto propriamente materiale. Gesù osserva la folla numerosa che lo segue e scorge in essa oltre il bisogno materiale, un intenso bisogno spirituale, qualcosa che sazi la loro fame una volta per sempre. Ha compassione per questa gente che ha fame di giustizia, di amore, di attenzione, di verità. Nella spiritualità rogazionista, la compassione è una qualità specialissima del Cuore di Cristo e genera la carità; in particolare quella per le folle stanche e sfinite come pecore senza pastore è il sentimento che domina la vita e l’opera di S. Annibale. La storia ha decretato che fu questo l’attributo significativo del suo cuore nobile e generoso e tale potrebbe diventare per chi segue la sua spiritualità ed il suo esempio. P. Angelo Sardone
Il germoglio di Davide
La semina del mattino
152. «Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse» (Is 11,1). Una sezione letteraria del libro di Isaia, i capitoli 7-11, sono generalmente denominati il «Libretto dell’Emmanuele» per via dell’unità degli oracoli in essi contenuti che fanno riferimento al Messia. In particolare nel capitolo 11, alcune immagini vegetali, a detta degli esegeti, molto rari, con verbi adoperati al futuro, esplicano la comprensione storica e teologica del mistero del Messia che proviene dal ceppo davidico e sarà riempito dello spirito. Il «germoglio» che nelle lingue assira e fenicia significa «scettro» ha a che fare con un personaggio regale. Il «tronco» è riferito a Iesse, il padre di Davide, da cui parte la dinastia ed alla monarchia, quasi a voler tornare alle origini. Il «virgulto» germoglierà dalle sue radici. Il Messia è presentato come depositario dello Spirito e riassuntivo dei suoi molteplici doni, sei nel testo ebraico: sapienza ed intelligenza, consiglio e fortezza, conoscenza e timore del Signore, sette in quello greco, con l’aggiunta della pietà. Questi doni corrispondono a varie funzioni nel popolo di Dio riassunte nel Messia ed anche a figure importanti nella storia della salvezza, che li hanno incarnati. La lista dei doni si esprime con un criterio discendente: dalla sapienza, elemento più elevato, fino al timore che però, in dimensione ciclica, apre alla vera comprensione della sapienza. La teologia dell’Avvento è ricca di immagini e suggestioni poetiche e profetiche che aprono ad un approfondimento razionale ed orante che determina la comprensione, anche se minima, di Chi attendiamo, di ciò che celebriamo. P. Angelo Sardone