L’attenzione e l’ascolto
La semina del mattino
162. «Se avessi prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume» (Is 48, 18). Quante volte forse questa espressione l’abbiamo sentita dire dai nostri genitori o da qualcuno veramente interessato a noi! Le indicazioni ed i comandi di chi vuol bene sono criteri di cammino, anche se al momento possono sembrare duri od incomprensibili. Il popolo d’Israele è stato alla scuola di Dio non solo durante il quarantennio dell’esodo sotto la guida di Mosè, ma anche e soprattutto attraverso i profeti, nell’ascolto della Parola, nella fedeltà all’Alleanza, nell’attesa del Messia. Il Signore insegna il bene per il bene e guida sicuri sulla strada da percorrere per raggiungere la vera felicità senza essere bloccati dalle preoccupazioni del mondo e dai falsi avventori del male mascherato da bene. Le promesse di Dio sono eterne, ma continuamente sono infrante dall’infedeltà umana che preferisce far direzionare verso ciò che è più comodo, facilmente appagante, nella diabolica confusione dei valori. Il comando e la correzione lì per lì non è «causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati» (Eb 12,11). Il benessere è riservato dal Signore a chi obbedisce, si lascia guidare e presta attenzione ai suoi comandi. Talora invece l’uomo pensa che sia solo frutto del suo impegno e delle sue capacità, fuori da ogni logica morale. Un mare di grazia è riservato a chi fa attento il suo orecchio alla voce di Dio. Il suo benessere è come un fiume in piena. P. Angelo Sardone