Speranza: atteggiamento di fede
La semina del mattino
147. «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28). La sezione escatologica dei vangeli presenta un quadro apocalittico che non è più semplicemente un genere letterario, ma la prefigurazione di realtà che avverranno alla fine del mondo. La configurazione geografica di Gerusalemme si traduce in configurazione teologica con risvolti pratici: la città circondata da eserciti, il fuggi fuggi, la situazione incresciosa delle puerpere e delle donne incinte, i caduti di spada, i prigionieri. Ed ancora di più i segni cosmici del sole, la luna e le stelle, la paura, lo sconvolgimento delle potenze celeste. Tutto si concluderà con l’apparizione del Figlio dell’Uomo, cioè Gesù, sulle nubi del cielo con la sua potenza e la sua grande gloria. La pericope evangelica che porta dritto verso una drammatica conclusione, si risolve con una sorprendente esortazione: risollevatevi, alzate il capo, guardate non più avanti ma in alto perché la definitiva liberazione è vicina, anzi si sta attuando. Gli elementi catastrofici, al di là dell’ansia, l’angoscia e la paura, devono tradursi in speranza e certezza. Nel quadro di una realtà universale e cosmica, vi è la liberazione totale da ogni forma di male e schiavitù e la conseguente discriminazione tra gli increduli ed i credenti. Risollevarsi significa alzarsi dalla caduta, dalla prostrazione, dal dolore, dal buio e drizzare il capo per guardare in faccia la realtà non per misurarsi con essa ma per accoglierla come dono finale del Creatore e pegno di luce infinita ed eterna. Sono realtà da considerare leggendole con l’occhio della fede. P. Angelo Sardone