I nemici della croce di Cristo
La semina del mattino
127. «Molti, con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo» (Fil 3,18). Nella sua opera evangelizzatrice, con la predicazione e gli esempi di azione e comportamenti, S. Paolo invitava i primi cristiani ad imitarlo ed a guardare coloro che vivevano la loro vita cristiana secondo gli insegnamenti da lui ricevuti. La sua attenzione diventava spesso preoccupazione per la sorte di tanti che, dopo aver risposto con entusiasmo all’invito evangelico si attardavano dietro le situazioni umane, perdendo il senso ed il valore delle cose spirituali, se non addirittura schierandosi contro. Ciò determinava in lui uno sconforto tale da portarlo alla sofferenza fisica fino alle lagrime. Si trattava di accogliere nella vita il mistero della morte di Cristo e della sua risurrezione, primo principio della vera fede, tradotto nei comportamenti giornalieri improntati alla carità ed alla verità. Dinanzi alle ostinatezze il suo intervento fermo e deciso si trasformava in esortazione calda. piena di mestizia, ma anche ferma, evidenziando col peso significativo delle espressioni verbali, l’identità di questi cristiani come “nemici della croce di Cristo” e dichiarando apertamente la triste sorte loro riservata, la perdizione. Alla voracità del ventre come valore primario di auto soddisfazione da ogni punto di vista, alimentare e morale e alla sfacciataggine di un vanto del tutto inappropriato di pensieri, comportamenti ed azioni di cui bisogna invece vergognarsi, deve opporsi l’opzione fondamentale per Cristo, rimanendo saldi nella dottrina e nei principi evangelici liberamente accolti. In tanti modi anche oggi, purtroppo, si può esser è di fatto, nemici della croce di Cristo. P. Angelo Sardone