Che pazienza!
La semina del mattino
88. «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il suo Nome» (Gb 1,21). È una delle espressioni di fede più celebri che l’autore sacro mette sulla bocca di Giobbe, icona per eccellenza del grande sofferente, uomo della pazienza. La sua vicenda è raccontata in un libro didattico-sapienziale che porta il suo nome e che descrive la storia e la vita di un uomo e della sua famiglia, provata da numerose sciagure e inaudite tribolazioni, cui fanno seguito meditazioni profonde sul senso della vita, della sofferenza e del male che si accanisce contro il giusto, contenute nei dialoghi con tre suoi amici. Il grande commentatore Ravasi lo ritiene «uno dei capolavori della letteratura di tutti i tempi, un’opera imponente e ardua», su un uomo pieno di misericordia. Si affronta il problema del bene premiato e del male punito, partendo da una famiglia felice e prospera che si trova decimata nei figli, nel bestiame, nei beni materiali. Audace è la richiesta di Giobbe, una protesta rivolta a Dio perché gli risponda! Dio si fa presente e le cose cambiano: dalla ribellione Giobbe passa alla fede. Gli insegnamenti deducibili dai 42 capitoli sono attuali per tutti i tempi per le situazioni ricorrenti nella storia degli uomini alla ricerca di risposte al perché del mistero della sofferenza, del dolore, della sventura. Il desiderio di responsi convincenti ai tanti perché della vita, trova risposte non sempre comprensibili. La proverbiale pazienza di Giobbe diventa fede matura «nudo uscii dal seno di mia madre e nudo vi tornerò» e conoscenza dell’infinita distanza tra il Creatore e la creatura. Pazienza e costanza nella fede, sono premiate da un nuovo e grandioso inizio. P. Angelo Sardone