Ave Croce, unica speranza!
La semina del mattino
74. «Cristo in croce: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1Cor 1,23).
L’esaltazione della Croce, richiama la costruzione e la dedicazione della basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme ad opera di Costantino, il 13 settembre 335 con l’ostentazione, il giorno dopo, di quel che rimaneva della croce di Cristo. La croce è il simbolo cristiano più diffuso e noto nel mondo: richiama il supplizio inflitto a Gesù con lo strumento più atroce usato dai Romani per l’esecuzione capitale. E’ mistero di salvezza, talamo, trono ed altare. La causa della crocifissione è il peccato dell’uomo. Per liberare il popolo d’Israele dai serpenti velenosi che nel deserto provocavano la morte, Dio fece innalzare un serpente di bronzo, guardando il quale si guariva. L’esodo di Cristo nella vita umana e nel mondo si è compiuta attraverso la kenosi (abbassamento) e l’esaltazione e glorificazione per mezzo della croce. La croce non si configura come interruzione o fallimento della sua missione salvifica, ma come compimento e sintesi della passione, espressione della vera regalità. La croce è il «libro nel quale possono leggere ed imparare i dotti e gl’ignoranti, i grandi e i piccoli, i giusti e i peccatori, nel quale a caratteri di sangue, sta scritto e spiegato il mistero dell’amore eterno di un Dio verso gli uomini, scuola di formazione dei più grandi santi della Chiesa» (S. Annibale M. Di Francia). Con questo legno si attraversa il mare in burrasca della vita; reggendosi ad esso si giunge al porto della salvezza (S. Agostino). «Ave Croce, unica speranza!». P. Angelo Sardone