Tutto per il Vangelo
La semina del mattino
71. «Tutto io faccio per il Vangelo per divenirne partecipe» (1Cor 9,23).
Il Vangelo di Cristo è la «buona novella», il «lieto annunzio» che Dio trasmette all’umanità per manifestarle il suo amore, la sua Provvidenza, il suo sostegno. Non è semplicemente il testo scritto e proclamato, la lettera di amore più completa indirizzata da Dio: è la stessa persona di Gesù Cristo, presentato ed annunziato Salvatore del mondo. Ascendendo al cielo Egli lo lasciò agli Apostoli come missione, unita all’ingiunzione di fare discepole tutte le nazioni battezzandole nel nome della SS.ma Trinità (Mt 28,19). I Dodici distribuendosi nelle varie parti del mondo allora conosciuto, lo divulgarono annoverando discepoli e divenendo martiri, cioè testimoni del Vangelo, custodito fino al versamento del sangue. La Tradizione cristiana, confermata da numerosi riferimenti storici e magisteriali, attribuisce a S. Paolo una sorta di primato nell’evangelizzazione, come «apostolo per eccellenza». I primi Padri della Chiesa quando lo citano lo indicano semplicemente come «l’Apostolo». Egli fece della sua vita il Vangelo, il suo tutto, trasformando la sua esistenza in Vangelo, diffuso, difeso da insidie e proclamazioni differenti, anche se fatte da un Angelo. Il cristiano che si dice tale perchè ricopia Cristo nella sua esistenza, deve fare del Vangelo la norma fondamentale della sua vita. Anche se non vi riesce «sine glossa», come dicevano gli antichi, cioè alla lettera, con le sue radicali esigenze, senza annacquamenti e compromessi, almeno per averlo reso parte integrante del suo essere e del suo agire. P. Angelo Sardone.