Dio allunga la vita
La semina del mattino.
15. «Ho udito la tua preghiera e ho visto le tue lacrime» (Is 38,5).
Il Signore dal quale dipende la vita e la morte, ode la preghiera dell’uomo nella malattia e cambia le disposizioni sulla sua fine soprattutto quando lo riconosce fedele e gradito ai suoi occhi per ciò che ha compiuto con cuore sincero. Muta l’infermità in salute ed aggiunge anche anni alla vita. La vicenda di Ezechia, re di Giuda e grande riformatore religioso, attesta la benevolenza del Signore dinanzi alla sua malattia ed alla morte annunciatagli dal profeta Isaia. E’ sufficiente un impiastro di fichi da applicare sulla ferita mortale per farlo guarire. La vita lunga è espressione della benedizione del Signore. Tutti la desiderano, vantandone la qualità e le opere buone compiute. I disegni del Signore possono variare dinanzi alla sincerità, all’insistenza della preghiera e alle lacrime versate. Preghiera e lagrime: un binomio che commuove il cuore di Dio; elementi che esprimono il limite umano e l’affidamento fiducioso all’onnipotenza di Dio che vede, ascolta, può far tornare indietro l’orologio del tempo ed aggiungere anni di vita. “Il nostro Dio non è una statua: ha occhi per vedere, ha orecchie per sentire, ha un cuore per amare” (M. Giombini). Dio che non è insensibile, raccoglie nel suo otre le lagrime dell’uomo (Sal 56,9). La preghiera nella miseria e nella malattia deve essere un atto di abbandono alla volontà di Dio che vede oltre l’oggi. La garanzia della sua positiva risposta è data dalla qualità della vita di chiunque a Lui si rivolge, dalla sincerità e fedeltà con le quali si apre al Signore e serve i fratelli. P. Angelo Sardone