Siamo davvero cambiati?
Mattutino di speranza
Lunedì 2 giugno 2020
La gioia piena e la guida alla verità tutta intera sono il dono ed il fine ultimo della presenza e dell’opera dello Spirito Santo nella vita del cristiano e della Chiesa. Nella sua predicazione conclusiva, ricca di connotati di forte intensità emotiva e di profonda intimità, condivisi a cuore aperto con gli apostoli, Gesù aveva rivelato queste verità come elementi costitutivi e propri dell’essenza e della missione della terza Persona della santissima Trinità, forza trainante e distintiva della sua evangelizzazione, dono alla Chiesa e sua guida perenne. È proprio lo Spirito, per chi a Lui si consegna con fede matura ed abbandono fiducioso, a guidare la storia personale, ad indicare con delicatezza e sollecitare con fermezza il cammino da seguire nella piena libertà, anche quando non si riesce a comprendere fino in fondo il volere di Dio che supera ogni nostra conoscenza. Lo Spirito Santo, che è l’anima della nostra vita, guida ciascuno nel compimento della sua personale vocazione e missione, alla piena verità ed alla vera pienezza della felicità. A volte però la sua azione viene ostacolata da una resistenza aperta o nascosta, temporanea o talora costume di vita in compiacenza con un’apparente vita spirituale di alta qualità, fatta di devozioni, pratiche di pietà, pii esercizi, digiuni, pellegrinaggi. La resistenza allo Spirito è la resistenza alla grazia «il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà» (CCC, 1996), è la negazione dell’evidenza e della verità, è la certezza autocompiacente anche di una situazione di evidente peccato. Può sfociare in una netta e ferma opposizione, quando, effettivamente, la vita non cambia e le scelte decisionali più importanti che occorre prendere, non sono prese adeguatamente né tanto meno adempiute secondo retta coscienza. E questo diventa un dramma. Quando si oppone resistenza alla grazia, che è Gesù Cristo, si entra nel vortice dell’inganno diabolico e non sempre ci si rende conto. La resistenza nascosta è pericolosissima ed è bisognosa di purificazione e di un taglio radicale col male. L’intero arco temporale della pandemia, al di là delle ristrettezze sopportate, delle tante morti, della paura del contagio, della privazione della libertà e delle risorse sacramentali più necessarie ed a portata di mano con l’esperienza della vita comunitaria, ha imposto nuove abitudini determinate dalla necessità della continuità del lavoro, del ritmo della scuola e dell’insegnamento, delle relazioni sociali. Seppure è stato un dramma, può essere una vera opportunità per cambiare vita. Tanti sono diventati maestri, virologi, avvocati, psicologi, esperti tuttologi, affrettati consolatori, venditori gratuiti e non di pareri e soluzioni ineccepibili, dietro la video camera di un cellulare, occhio fotografante e trasmettitore di emozioni, sorrisi, lagrime, mettendo la propria privacy sulla bocca e negli occhi di tutti. La confusione a volte è diventata grande, gli allarmismi asfissianti, le ventate apocalittiche paurose, le soluzioni a portata di mano, le affermazioni confuse, alternanti e contrastanti in malcelate verità o menzogne. Si è cercato di esorcizzare la paura, cantando dai balconi, poi ci si è resi conto che il gesto apotropaico non ha funzionato molto per bloccare il contagio, almeno fino quando un uomo vestito di bianco, claudicante, col capo scoperto sotto la pioggia scrosciante, con le mani vuote di certezze umane e piene di fede, portando sulle sue deboli spalle i bisogni dell’intera umanità sconfitta dal male, ha sfidato i giudizi del mondo intero andando verso Gesù Crocifisso, il grande sconfitto, sostandovi nel silenzio angosciante di morte. Poi in quello pulsante di vita davanti all’augusto sacramento eucaristico col quale ha benedetto il mondo intero implorando la misericordia e la fine del dramma. In tutto questo tempo e con tanti avvenimenti, il Signore e lo Spirito hanno parlato. Abbiamo ascoltato? Abbiamo percepito e compreso quanto ci è stato detto? Le chiese chiuse sono state riaperte per l’accoglienza dei fedeli, i sacramenti per essere amministrati nel rispetto di tutte le norme. Non c’è stata e non credo ci sarà movida spirituale e religiosa, almeno lungo i navigli d’acqua battesimale ed i banchi delle chiese e le mense eucaristiche. Vige ancora tanta paura. Ed è comprensibile. Spero tanto però che, come ha recentemente detto il papa siamo davvero cambiati, ridimensionati nelle nostre facili e superficiali onnipotenze, siamo tutti un po’ diversi con una coscienza più matura, consapevoli che «Dio scampa dai pericoli al di là di ogni speranza umana», come dice S. Basilio Magno e che, tutti i peccati saranno perdonati, eccetto quelli contro lo Spirito, cioè la resistenza consapevole e piena alla grazia. Occorre realizzare non solo a parole ma con i fatti e la verità, un affidamento più concreto e serio all’azione dello Spirito, mettendo da parte inevitabili resistenze, soffuse perplessità, facili pregiudizi, netti rifiuti, accogliendo invece la grazia che come un torrente in piena scorre verso di noi. P. Angelo Sardone