Un serio accompagnamento spirituale
Mattutino di speranza
Martedì 26 maggio 2020
Il cammino di sequela del Signore richiede ogni giorno attenzione, dedizione ed un serio e perseverante impegno. Non si può giocherellare con Dio e le cose sante, con i sentimenti, con le espressioni di fede. La maturità vera non è sempre l’età. L’alleanza che Dio ha stabilito con l’uomo, lo ha messo di fatto nella condizione di essere come alla pari con noi, di scendere al nostro stesso livello pur essendo in dignità, grandezza, superiore a tutto ed a tutti. L’uomo-Dio Gesù Cristo si è fatto simile a noi in tutto fuorché nel peccato; si è calato nel nostro limite per darci la forza per vivere e sperare, per credere, risalire la china del peccato e andare verso la luce, sapendo di potercela fare con la sua grazia e la corrispondenza della nostra volontà. Se ciascuno si affida veramente al Signore ed intraprende con Lui un serio cammino di vita spirituale, ne risentirà positivamente tutta quanta la sua vita, la sua fede, la sua realizzazione. Al contrario, se uno si lascia andare in balia dei sensi, dei sentimenti passeggeri, delle emozioni di turno, degli incontri e situazioni più o meno provocati da ingordigia mentale, istintivi desideri corporali ed incontrollate pulsazioni psicofisiche, da superbe manie di affermazione, si trova a cavallo di un destriero irrefrenabile che porta verso una meta fatua e senza premio. Quante volte, nelle diverse età della vita, anche nella spigliata giovinezza adulta, si percorrono strade di evidente disordine morale e comportamentale perché, forse, senza saperlo, si va alla ricerca di una soluzione per problemi inconsci che uno si porta dentro, magari sin dall’infanzia, situazioni e fatti che possono aver segnato la mente, il cuore, il corpo, lasciando vistose ferite il più delle volte mai fatte vedere, ripulite e suturate. Quante volte queste ferite reclamano un intervento terapeutico efficace per una completa guarigione e, mancando accanto una guida spirituale ferma e sicura, ed un valido aiuto psicologico, menano ancora per strade impervie ed ingannevoli che non portano al bene ma provocano ancora rotture inesorabili e graduale allontanamento da se stessi, da Dio e dagli altri. Tante ferite, incise nella mente e nella fisicità, facilmente condizionano i desideri, le opzioni, le azioni, alimentando false illusioni di vivere chissà quale felicità e di stare a fare chissà quale cammino soprattutto spirituale. È frequente la delusione che ti fa ritrovare sempre al punto di prima. La storia di amore col Signore è una cosa seria, a qualunque età essa cominci e con qualunque modo e mezzo viene vissuta. È una storia bella, feconda che, oltre il quotidiano peso della croce preannunziato da Gesù stesso, porta con sé pace, tranquillità, ed elimina le contraddizioni di un immediato e facile appagamento, frutto di un istinto o di un vuoto da colmare. È di grande aiuto ed insegnamento S. Agostino, un uomo che ha vissuto un fragoroso trambusto di mente, di cuore, di corpo, impegnandovi fino in fondo sé stesso, latore di una fine ed acuta intelligenza e di una spiritualità oltremodo profonda. È celebre la sua affermazione: «Signore, il nostro cuore sarà sempre inquieto finché non riposerà in Te!» (Confessioni, 1,1.5). L’inquietudine che è compagna di vita, può essere superata se ci si ferma, si rientra in se stessi, si rilegge la storia dei giorni passati contrassegnati da date precise, persone, ambienti, situazioni e poi ci si affida al Signore e ad una seria e matura guida spirituale, un sacerdote inviato da Dio e scelto dopo attenta preghiera e copiose lagrime versate. Il sacerdote, cercando unicamente il bene, con pazienza, costanza, tanta preghiera e a volte anche con grandi sofferenze, come un padre conduce per mano ad una purificazione radicale della memoria e della vita e con un accompagnamento sistematico, porta al discernimento della vocazione e della vita. Gli elementi indispensabili sono molteplici: prima di tutto la preghiera, personale, comunitaria, liturgica; poi i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia e, secondo l‘esperienza dei padri dello Spirito, la custodia dei sensi e la mortificazione che è detta «l’abc della vita spirituale». Non tutto e subito si può vedere e sperimentare a tutti i costi. Passino anche gli applausi del mondo oggi ricercati e visibili con i «like – mi piace» di Facebook e lo specchio della propria anima sostituito talora dai «selfie». Bisogna dare inizio ad una vita nuova, diversa, con costanza, mettendovi tutta la buona volontà, lottando per la virtù, tenendo sotto tiro gli istinti provocati da naturali pressioni fisiologiche e situazioni psicologiche, praticando un cammino spirituale semplice ed ordinato, non bigotto ma equilibrato, per non correre il rischio di trovarsi con l’amara illusione di stare al punto di prima e con le spalle cariche di responsabilità. Dio non permetta questo. P. Angelo Sardone