La vera connessione
La misericordia di Dio è un mistero ineffabile. Solamente quando la si sperimenta si comprende la sua portata e l’efficacia di un amore gratuito ed interessato al vero nostro bene. La sua dinamicità è sorprendente, puntuale, attuale, paziente. La personale e matura esperienza di vita umana e cristiana, insegna che l’allontanamento dalla casa paterna ed il viaggio infausto nel peccato, alla ricerca illusoria di una agognata libertà da tutto e da tutti, sostenuta da una effimera ricchezza a portata di mano, sperperata peraltro nel godimento momentaneo e compensatorio di un vuoto profondo di sentimenti, di affetto, di vera realizzazione, generano inganno, delusione, solitudine e tristezza. Dopo aver dilapidato l’eredità e messo a repentaglio la vita, finendo in un pantano nauseante e melmoso a contatto con le realtà più perverse, sopravviene la crisi. Nella profondità della coscienza, Dio instilla la memoria del tempo antico, il tempo del benessere condiviso in libertà e sicurezza dentro la casa protetta e ricca di cibo abbondante non solo per i figli ma anche per i salariati. I pensieri diventano amaro termine di paragone con l’incresciosa situazione generata dalla mancanza finanche del pane, oltre che della felicità e della dignità. L’uscio della casa natia è rimasto aperto e sempre occupato dalla presenza eretta e fiduciosa del padre che attende. Il suo sguardo angosciato e triste per l’incauta sorte del figlio, è sempre proteso verso l’orizzonte: finalmente un giorno vede spuntare una sagoma in movimento. E’ il figlio che con passi stentati e scarpe rotte guadagna con il terreno del ritorno a casa, lasciando sul retro in orme che il vento cancella, il triste ricordo di una amara e tragica esperienza. Il Padre lo previene con amore grande e tenerezza infinita. Con un passo spedito gli corre incontro, lo abbraccia teneramente, gli asciuga le lagrime e con le sue lagrime gli lava il viso sporco di sudore e la coscienza madida di sangue. Soffoca in un abbraccio che toglie il respiro, il pianto convulso del figlio, lo prende per mano e lo introduce in un cammino nuovo, in una vita nuova, con un cuore nuovo, una nuova veste battesimale e con una più decisa volontà di bene e di cosciente responsabilità. Quante volte commettiamo simili gravi imprudenze nella vita umana e spirituale, credendo erroneamente di potercela fare con le nostre sole forze, con l’illusione di avere la grazia a portata di mano ampiamente meritata per quello che facciamo. Quante volte ci permettiamo disgraziatamente il lusso di abbandonare “cibo e bevanda di vita” che sono nutrimenti indispensabili per il cammino e difesa immunitaria efficace in una pandemia continua che contamina col virus del peccato. Ci si lascia andare pericolosamente in un cammino di disagio e frustrazione interiore, quando si mette da parte la preghiera, si reputa inutile la mortificazione, oppressiva ed inconcludente la rinunzia. Quando si allenta una attenta e circospetta prudenza nelle relazioni reali e virtuali con le persone, gli avvenimenti, le situazioni. Quando si stacca o si perde una stabile connessione con Dio, avviene che ci si connette più facilmente, più lungamente e pericolosamente, di giorno e di notte, con realtà virtuali e persone che si rivelano meschini riempitivi di esigenze del vero amore nell’attuale limitazione di relazioni sociali, costretti alla solitudine nel recinto delle mura domestiche. A volte certe connessioni possono procurare amare soprese, turbamento di coscienza e rivelare a menti ignare e a cuori innocenti, eccessi autoreferenziali di storie, immagini e racconti, egoistici interessi di interlocutori, che brevettano così il loro interesse e pensano in questa maniera di rimanere a galla in un mondo che affonda sempre più i sentimenti più nobili del cuore e le più autentiche manifestazioni di vera amicizia e di profondo amore. Attenzione: la connessione con Gesù è tutt’altra cosa! P. Angelo Sardone