1° luglio: memoriale eucaristico
Nella giornata odierna, 1° luglio, la Famiglia Rogazionista fa memoria della prima venuta di Gesù Eucaristia nell’Opera di S. Annibale. Dopo una preparazione durata due anni, la cappella ricavata da una delle casette del Quartiere Avignone a Messina, divenne sacramentale, accogliendo nella celebrazione eucaristica del 1° luglio 1886 Gesù come centro del quartiere, vero ed effettivo fondatore, centro amoroso, fecondo, doveroso ne continuo dell’Opera. Dall’anno successivo, il 1887, la festa è diventata di primaria importanza per i figli e le figlie di S. Annibale che la caratterizzano particolarmente con l’adorazione eucaristica che si protrae per l’intero arco della giornata.
GESU’ EUCARISTIA NELLE OPERE DI S. ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
Angelo Sardone rcj
Il primo luglio 1886, dopo una preparazione intensa e fervorosa durata due anni, P. Annibale Maria lasciò stabilmente Gesù in Sacramento in una cappelletta sistemata alla meglio e ricavata da una delle casette Avignone, quartiere lurido e malfamato ai bordi della Messina-bene, tra i 200 poveri circa che vi abitavano. Quella del 1° luglio 1886, fu ritenuta la data di fondazione delle opere rogazioniste.
Già dal 1878, all’epoca del suo ingresso in Avignone, P. Annibale avrebbe potuto svolgere le cose alla spicciolata: acquistare le casette, renderne sacramentale una, operare fondazioni. Molto diversamente e, secondo i ritmi di Dio andavano gli avvenimenti: l’insediamento nel quartiere sarebbe avvenuto rispettando i moduli e i parametri di quella gente semplice non avvezza ad intuire le cose. Urgeva quindi innanzitutto una forma di promozione umana sulla quale poter innestare saldamente quella religiosa e cristiana. L’avventura era veramente rischiosa e pesante soprattutto perchè i mezzi erano sempre pochi, la penuria grande, le bocche da sfamare sempre più numerose. Comunque lo pensava da sempre, quel prete dalle mille sfaccettature che ne faceva di belle: una chiesa all’interno di quel quartiere sarebbe diventata un punto di riferimento per tutta quella gente.
L’arcivescovo Guarino l’aveva invitato a desistere almeno per allora sperando nella pietà e nella ricchezza di anime buone. Durante il pranzo offerto ai poveri, 200 circa tra uomini, donne e fanciulli, il 19 marzo 1881, per la prima volta P. Annibale, celebrò messa nel malfamato quartiere ma tutto si chiuse lì, non rimanendo alcuna specie eucaristica dopo la celebrazione … Era anche una motivazione pedagogica che spingeva P. Annibale ad aspettare perchè nei poveri nascesse vivo il desiderio di avere Gesù in mezzo, sacramentalmente. I tempi effettivamente andavano maturando, mentre “nasceva in tutti il desiderio che l’oratorio si facesse sacramentale”.
Lo stesso S. Annibale conferma: “In verità ci sarebbe voluto ben poco per collocarvi SS.mo Sacramento: sarebbe bastato il permesso secondo la legge ecclesiastica; ma il sacerdote che aveva incominciato l’opera, stimò che la venuta di Gesù Sacramentato in quell’oratorio, in mezzo a quella turba di poveri d’ogni specie e di fanciullini fosse preceduta da una preparazione abbastanza lunga ed atta ad impressionare profondamente gli animi; stimò che la venuta del SS.mo Sacramento in quel locale segnasse un avvenimento, un epoca dell’Opera, perchè il Signore Nostro Gesù Cristo sarebbe ivi ospitato proprio in mezzo ai poverelli fatto anche Lui poverello tra quelle casupole per amore dei suoi derelitti figli“.
E’ questa la chiave di lettura dell’avvenimento di così grande importanza per la fede di S. Annibale, la continuità e la vitalità stessa dell’Opera appena intrapresa. Questi elementi si incastonarono nella grande pietà eucaristica della quale S. Annibale era pervaso. Non si trattava di un surrogato, ma di un elemento genuino che avrebbe caratterizzato il suo indirizzo di fondazione. Questa pietà e devozione a Messina aveva un terreno veramente fertile nella pratica delle cosiddette “40 ore circolari”. Un lungo lavorio di 2 anni con ogni sorta di industrie atte a “suscitare una santa aspettazione nell’anima dei fanciulli ricoverati e in tutta quella turba”, istruzioni catechistiche continue sull’importanza dell’avvenimento, cantici e preghiere varie, preparò la data memorabile del 1° luglio 1886, destinata “senza alcun preconcetto, o forse per divina disposizione”. Un inno sin d’allora divenne un po’ il simbolo della giornata eucaristica: “Cieli dei cieli apritevi, scenda il diletto a noi, chiuso nell’Ostia, vittima del suo divino amor. Venga tra i figli suoi l’amato Redentor“. Dopo la consacrazione l’inno si trasformava in cantico di gioia: “Cessino ormai le lagrime, finisca ogni dolore … venne tra noi Gesù“.
E venne quel 1° luglio. Ingrandito l’oratorio, avendovi aggiunto un coretto per le orfane, si adorna e si abbellisce il tempietto e l’altare. I dintorni del locale sono tutti ripuliti, gli orfani e le orfane vestite a festa attendono trepidanti l’avvenimento. Alle ore 7.00 del mattino, P. Annibale visibilmente commosso sale all’altare per celebrare la SS. Messa. Un canto di mestizia si innalza dalle voci tremoli degli innocenti: “Cieli dei cieli apritevi, scenda il diletto a noi“. Al canto s’alterna la preghiera “Desiderio per la venuta di Gesù Sacramentato, dolcissimo e commovente anelito“. Dopo la consacrazione esplode il canto di gioia: “cessino ormai le lagrime…” Il fervorino del celebrante dà il tono alla celebrazione. Dopo la comunione il SS.mo viene posto in un ostensorio di argento massiccio e si da’ inizio alla processione per le stradette del quartiere Avignone ed anche nella pubblica via della città.
Dopo un breve giro la processione rientra nell’oratorio e il SS.mo fu esposto in trono. L’adorazione durò tutto il giorno, non si ebbe tempo per accendere la caldaia, per non interrompere l’adorazione. A sera ci fu la solenne benedizione con il SS.mo che fu poi messo nel tabernacolo.”
Fu stabilito che un avvenimento così felice e che tanta buona impressione aveva lasciato nell’animo dei ricoverati, fosse annualmente ricordato. Da ciò ne venne una commemorazione annua, ogni 1° Luglio”.
Nacque così la festa del 1° Luglio, “tributo annuo di amore e di fede … debito di gratitudine per l’amorosa e dolcissima dimora di Gesù sacramentato in mezzo a noi, di giorno e di notte …”. Elementi importanti divennero l’aspettazione, la funzione del tabernacolo vuoto, il titolo annuale col quale si saluta Gesù che ritorna in sacramento e l’inno. Fin qui la cronaca.
C’è un dato di fede sotteso a questa industria, forse la primaria escogitata dalla mente e dal cuore innamorato di S. Annibale: un grande amore a Gesù Eucaristia, considerato come vero, effettivo, immediato fondatore dell’Opera e come centro di tutte le operazioni, “amoroso, fecondo, doveroso e continuo dell’Opera degli interessi del Cuore di Gesù“. La sua convinzione era che Dio aveva fatto una cosa nuova”; l’originalità della cosa consisteva nel fatto che Dio stesso, volendo elevare a istituzione il divino comando del Rogate, senza intermediazione di alcun fondatore, “si sia mostrato geloso di esserne stato egli stesso dal Santo tabernacolo il fondatore“. Solo così l’opera è andata avanti e ha portato i frutti. E da Messina è passata in tutte le parti del mondo levando il vessillo del Rogate, nel servizio dei poveri e nell’esercizio della carità verso i bisognosi, trascinando una significata schiera di donne e di uomini consacrati agli interessi del Cuore di Gesù.