«Ministro della compassione del Buon Pastore». Queste espressioni sintetizzano mirabilmente non solo il Prefazio della Messa propria ma anche l’intera vita di S. Annibale Maria Di Francia del quale oggi si ricorda il 18° anniversario della canonizzazione. Tutto avvenne domenica 16 maggio 2004, a conclusione di un lungo cammino avviato il 1945 con l’inchiesta diocesana a Messina per verificare l’eroicità delle sue virtù. Dinanzi a migliaia di persone convenute in piazza S. Pietro da tutte le parti del mondo, S. Giovanni Paolo II lo dichiarò santo. Fu un “giorno radioso e splendido” che coronava le attese ed i desideri dei figli e figlie di S. Annibale, i Rogazionisti, le Figlie del Divino Zelo e numerosi Laici che da lui traggono ispirazione per la loro vita e vocazione. Era il pubblico e completo riconoscimento della Chiesa, della santità del canonico messinese che aveva dedicato l‘intera sua esistenza alla passione del Rogate, la preghiera e l’azione per le vocazioni ed alla carità soprattutto verso i piccoli ed i poveri sostenuto da una singolare devozione a S. Antonio di Padova. Il suo blasone nobiliare non gli aveva impedito sin dai primordi del suo sacerdozio, di farsi povero tra i poveri nel malfamato Quartiere Avignone di Messina, pezzo di terra maledetto, dove aveva ravvisato con chiarezza, la verità e l’attuazione delle parole evangeliche sulle turbe abbandonate e sfinite come pecore senza pastore. Proprio per esse Gesù aveva comandato la preghiera per le vocazioni sintetizzata nelle parole “Rogate ergo… pregate dunque il Signore della messe”. Il suo zelo e la sua “fissazione” carismatica continuano a contagiare tanti nella Chiesa nell’impegno serio e perseverante di chiedere al Signore con fiducia la più grande delle misericordie e di diventare per primi “buoni operai del Regno”. P. Angelo Sardone