«In onore della santa ed indivisibile Trinità, riteniamo e definiamo che il beato Annibale Maria Di Francia è Santo e lo inseriamo nell’elenco dei Santi riconosciuti da dover essere onorati con religiosa devozione, tra i Santi, nella Chiesa universale» (S. Giovanni Paolo II, 16 maggio 2004). Fu un giorno straordinario la domenica 16 maggio 2004. Sin dalle prime ore del giorno fedeli e devoti provenienti da tutte le parti del mondo gremivano Piazza S. Pietro a Roma. Giovanni Paolo II curvo sotto il peso della malattia e dell’età, teneva la sua ultima canonizzazione: sei beati, tra cui Annibale Maria Di Francia, Fondatore delle Figlie del Divino Zelo, dei Rogazionisti del Cuore di Gesù e degli Orfanotrofi antoniani. Le due moderne Congregazioni religiose devono il loro nome e la loro missione al comando evangelico del Rogate, la pericope degli evangelisti Matteo (9, 35-38) e Luca (10, 2): «La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Signore della messe perché mandi gli operai nella sua messe». La Chiesa riconosceva, dichiarava in maniera definitiva ed additava al mondo intero la santità del sacerdote «Padre degli orfani e dei poveri», «Apostolo della preghiera per le vocazioni» che già dopo la sua morte, il suo amico e compagno di canonizzazione S. Luigi Orione aveva definito «il San Vincenzo de’ Paoli del sud». Era così confermato quanto già il 1° giugno 1927 nella città e nelle contrade di Messina tanti avevano affermato: «E’ morto un santo», «Si è chiusa la bocca che non disse mai no!», il canonico del “pezzo di terra maledetta” del Quartiere Avignone. Egli aveva speso quasi cinquant’anni della sua vita e del suo sacerdozio a servizio degli orfani e dei poveri, promuovendo e diffondendo con tutti i mezzi nella Chiesa e nel mondo il divino comando di Gesù per chiedere gli «operai del vangelo», ossia la preghiera per le vocazioni. «Il mio cuore esulta nel Signore la mia fronte si innalza grazie al mio Dio!» (1Sam 2,1). P. Angelo Sardone